Intervista a   MASSIMO  MIRANI  di Fulvio Spagnoli

www.ilcorto.it - Massimo Mirani autore e sceneggiatore

Massimo: Io vengo dal teatro, dove ogni sera è …diversa, tutto cambia, ma …scrivi sull’acqua …mentre il cinema rimane, mantenendo un suo fascino straordinario. Prossimamente andrò a l’Aquila: sono stato invitato ad una mostra di genere. Un momento molto gratificante della mia vita; ho fatto degli anni 70, quattro film polizieschi tra cui “Il commissario di ferro”, per esempio, che, grazie all’effetto Tarantino, sta ri-avendo un successo incredibile. È per questo è un’ulteriore conferma a quanto appena detto: il cinema vero rimane…

 
Il cinema? …per me è indefinibile: cammina sul filo del rasoio ...tra il sogno e la realtà ...è la trasformazione della realtà, che si esprime in sogno
Noi italiani, che veniamo dal neorealismo, dobbiamo tenere presente la realtà, in tutte le manifestazioni artistiche.
Per un attore il cinema è una cosa meravigliosa: in teatro si recita, nel cinema si è …nel cinema si vive; guai vedere un attore sul set che recita: nel cinema un attore, nella finzione, deve essere vero.
Può sembrare contraddittorio ma se non sei in America, ove puoi andare all’Actor Studio, per gli attori, devi fare tanto teatro... Poi bisogna avere l’intelligenza di capire che è un mezzo diverso, smussare tutto, non recitare ma essere.


Con la maturità sono uscito dagli schemi: procedo al contrario, nell’ultimo ruolo che ho fatto in un film giallo per la televisione, “Crimini”, ero un vecchio delinquente, prima ho fatto un prete puttaniere, in un film di Gigi Mai, ove ho avuto la fortuna di essere nell’ultimo lavoro di Nino Manfredi e Fiorenzo Fiorenti, ormai entrambi non più tra noi …purtroppo …non vorrei mai essere chiuso in gabbie; …anche se all’inizio mi è successo: o mi facevano fare il teppista, o il drogato, oppure, se mi andava bene, il partigiano: ossia, ruoli alternativi. Però ho anche fatto il protagonista positivo o l’antagonista: credo che un attore dovrebbe, paradossalmente, essere “una bottiglia vuota da riempire”, in modo da poter coprire tutti i ruoli.
In Italia, non sempre, si ha tempo per affrontare il personaggio assegnato: bisogna ricorrere ad essere se stessi, e cercare di studiarlo ed approfondirlo il più possibile per conoscere tutto quello che c’è da sapere sul personaggio: studiare tantissimo in modo che, quando arrivi sul set, puoi dimenticare tutto per dare spazio all’improvvisazione.
Gli americani, un tempo avevano lo “Star System”: ma te lo immagini John Wayne che recita la parte dell’omosessuale? …non esiste! Il divismo impone il personaggio, Marylin avrebbe potuto fare solo se stessa… poi dagli ani ’70 in poi anche li è accaduto che De Niro ed altri hanno cercato di uscire dagli schemi…
 
In Italia oggi non c’è il cinema …hanno distrutto i generi …sono diventati tutti autori ma gente come Olmi, con cui ho fatto il mio primo film, un film d’autore, Fellini, Antonioni, sono pochi …non è che il primo che esce dal centro sperimentale …ho collaborato con loro ed sentito cose allucinanti “se non mi fanno fare le mie cose io non faccio niente” …ma fai un sacco di gialli di film western, cinema, di cinema di genere!
 
Il cinema popolare è stato riassorbito dalla televisione
Gli americani continuano a fare thriller …anche perché in letteratura vende …ed il thriller è una cosa seria …che se fatta bene ha profondità …è un meccanismo che inchioda lo spettatore alla sedia fino alla fine …e con i loro budget …
 
Contenuti?
…di questi tempi è difficile …un esempio io ho fatto molti film polizieschi negli anni ’70 “Il commissario di Ferro”, “Milano violenta”, “Sbirro la tua legge è lenta la mia no!”, “La malavita attacca la polizia risponde” …ho perso, o meglio o rifiutato, parecchie occasioni di fare altri film di genere perché io avevo fatto uomini e no di Valentino Orsini, due film con Lizzani etc, era il cinema d’autore quello che piaceva a me non esiste più non è più ricordato; ricordiamo questi, pwerchè perché sono di genere rappresentavano uno spacccato della realtà di quegli anni, sono un documento preciso di quei giorni…
Ma esistono sceneggiature d’autore? …ti posso dire che cosa vedo al centro sperimentale: si scrivono la sceneggiatura e si girano il film …non dico di ritornare al pool di sceneggiature che portino dell’aria la storia dentro la storia, ma…
 
Fare un film d’autore …non ha un ritorno economico, gira i festival ma… è il contenuto che manca
Altra definizione del cinema è “immagine” …alcuni film, anche datati, te li ricorderai per sempre …il cinema vero te lo ricordi, di altri non ricordi neppure il titolo
 
Come sceneggiature ho scritto molto poco e per il teatro, che sono andate molto bene sui circuiti alternativi, Roma, l’Orologio una decina di anni fa.
Per l’unico corto che ho scritto, Zalamort, ho preso spunto da un personaggio di Guido Chiesa, da me interpretato …ero un partigiano …per motivi di lunghezza del film il regista ha dovuto fare dei tagli …in particolare due battute a cui io tenevo moltissimo. Questo mi ha dato l’input per scrivere questa storia.
È stato girato in pellicola dai ragazzi del Centro Sperimentale